22Nov2020

Avvocate: lavoro smart più difficile con i figli

L'addio anche solo temporaneo al lavoro in presenza non luccica sempre. E se è cosa certa che abbia forzato la mano al mondo delle professioni (e non solo) verso la digitalizzazione, per le donne il bicchiere rischia di essere mezzo pieno. O mezzo vuoto. Secondo l’indagine di AslaWomen – la sezione di ASLA Associazione Studi Legali Associati dedicata alle pari opportunità – realizzata per il Sole24Ore tra le avvocate dei grandi studi legali a vocazione internazionale, l’esperimento dello smart working, ha retto il colpo. Anche se per le professioniste-mamme la partita è stata più pe- sante, con una condivisione dei carichi familiari sbilanciata e una “sostenibilità” che rischia di trasformare il lavoro agile in un boomerang.

Il sondaggio

Partiamo dal primo dato. Quasi il 70 per cento delle intervistate ha dichiarato di non avere figli, mentre il 14,2% ha detto di averne uno e il 17,3% due. Questo aspetto, come vedremo, inciderà su tutte le altre risposte dell’inchiesta. E combinato con i “gradi” raggiunti nella carriera (nel grafico la 5), spalancherà dubbi su un ritorno al passato, quando le donne dovevano scegliere tra la carriera e i figli.

Il ricorso allo smart working è praticamente scontato: adottato nella maggioranza dei casi (il 61,1%) per più del 70% dei giorni lavorativi. Ma è il “come” – e cioè la domanda sulla sostenbilità del lavoro da casa con le attività di cura e quella sulla condivisione – che riporta gli antichi nodi al pettine. Qui il 64,3% del campione ha risposto di aver affrontato la conciliazione con facilità, ma in questo panel di “soddisfatte” l’81,5% non ha figli. Le cose si complicano in presenza della prole. Perché il 35% delle intervistate che ha avuto più o meno difficoltà è quello in cui si concentrano le professioniste-madri.

Note dolenti anche sul fronte della condivisione. Il tasso di suddivisione dei compiti di cura con il proprio partner coinvolge poco più della metà delle intervistate: quasi il 43% delle professioniste si è trovata a lavorare in casa, gestendo riunioni, call e tutta l’attività professionale, con il carico del lavoro familiare interamente o comunque prevalentemente sulle proprie spalle. Fa riflettere poi l’incrocio di alcuni dati: perché tra coloro che comunque si sono ritenute soddisfatte del lavoro agile, un buon 38% non ha condiviso o ha condiviso poco i carichi familiari...

L'articolo completo può essere letto a questo link.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Lunedì 30 Dicembre 2024

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