15Nov2021

Il protocollo ASLA sui DSA assume validità Nazionale

Come già annunciato lo scorso 5 maggio, quando il protocolla era stato siglato con l'Ordine degli Avvocati di Milano, ora garantirà a livello nazionale ai candidati con DSA (disturbi specifici di apprendimento) di potersi avvalere delle misure compensative e dispensative nel corso degli esami.

Il decreto ministeriale, firmato il 12 novembre dal Ministro della Giustizia Marta Cartabia, per indirela sessione 2021 dell'esame di Stato per l'avvocatura estende a livello nazionale le specifiche misure previste dal protocollo DSA firmato dal Consigliodell'Ordine degli Avvocati di Milano e dalla Corte d’Appello di Milano, su proposta dell’Associazione Studi Legali Associati (ASLA) (se ne parla su MAG 161).


 

Nello specifico, i candidati con diagnosi di DSA (dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia) diagnosticati secondo quanto previsto dalla normativa vigente (legge n. 170/2010) potranno richiedere: l’applicazione del 30% di tempo aggiuntivo per lo svolgimento della prima prova; l’assistenza di un incaricato nella lettura e scrittura dei testi; una copia di stampa del quesito dettato dalla commissione; un computer per la redazione degli appunti e dello schema relativi al quesito. In occasione della seconda prova orale i candidati potranno anche avvalersi della facoltà di sostenere la prova l’ultimo giorno previsto dal calendario d’esame.

L’esame, come previsto dall’articolo 6 del decreto- legge dell’8 ottobre 2021 n. 139, si svolgerà anche per la sessione di febbraio 2022 con la stessa articolazione prevista dal decreto legge 31/2021 per la sessione 2020, che prevede due prove orali al posto delle tradizionali tre prove scritte e una orale, e potrà essere sostenuto dai soli candidati in possesso del green pass.

Il decreto della Ministra della Giustizia, preceduto dal protocollo milanese ispirato dal lavoro di ASLA, è l’unico atto in Italia che regola l’applicazione di provvedimenti specifici per gli esami di stato e potrebbe aprire la strada
in un prossimo futuro a dei provvedimenti simili per le prove d’esame di tutte le altre professioni ordinistiche, consentendo a tutti i candidati di avere le stesse chance di successo.

«Sono interventi come questo che vanno a spazzare via quel senso di insicurezza e fragilità che la maggior parte dei giovani con DSA manifesta quando, troppo avventatamente, decide di abbandonare gli studi universitari o di rinunciare al percorso successivo, o quando, comprensibilmente, preferisce nascondere agli altri i propri DSA, per timore di continue incomprensioni e sofferenze. Atti come questo affermano che non vi sia nulla di sbagliato, di vergognoso e, soprattutto, di limitante nell’avere un DSA o nell’essere dislessico», commenta a MAG il portavoce dell’iniziativa Antonio Caterino, avvocato di LCA.

«Il decreto, adottato dopo esserci confrontati anche con la ministra per le Disabilità Stefani, rimuove oggi un ostacolo e garantisce pari opportunità ai candidati con DSA. Si è fatto tesoro di un’esperienza maturata da alcuni anni a Milano. Le buone idee, e le esperienze positive, vanno valorizzate e condivise. Anche nel mondo delle professioni della giustizia. Questo lo spirito che ha animato l’intervento del ministero della Giustizia», aggiunge Gian Luigi Gatta, consigliere della ministra della Giustizia per le libere professioni.